In fondo mi diverto. Esplorare il mondo delle case editrici,
o sedicenti tali, assicuro, è un’esperienza non da poco. Ci sono delle
certezze:
-
tutti scrivono di tutto e le case editrici sono
sommerse quotidianamente da manoscritti di autori sconosciuti, ognuno con il
suo piccolo o grande sogno nel cassetto. Quindi ci troviamo sperdute in una
folla
-
c’è la crisi, con tutte le conseguenze del caso
(inutile ribadirle)
-
anche le
case editrici, vere o false, sono centinaia.
Alla faccia della crisi
-
occorre tenere occhi e orecchie ben aperti per
non cadere nella trappola di chi vuole solamente spillare soldi.
A proposito dell’ultimo punto, a volte non è difficile
capire che ci troviamo di fronte ad una “in-cassa editrice”. Ad esempio sono
stata contattata da uno pseudo editore che ha esordito con tono entusiastico
facendo un sacco di complimenti sul lavoro che gli abbiamo inviato, passando
poi al tono mesto di chi deve spiegare che ahimè la situazione congiunturale obbliga
a chiedere agli autori con contributo per la stampa del libro, smascherandosi
apertamente quando dopo alcune mie domande mi ha fatto capire che la
documentazione che gli avevo inviato non era stata minimamente letta, per
finire con una gaffe sulle cartelle editoriali (in pratica non sapeva cosa
fossero). Beh, almeno è stato chiaro!
Ci sono però anche le “in-cassa editrici” più subdole che
hanno messo a punto una strategia ben pianificata per far cadere nella rete gli
autori speranzosi. Qui capire bene la situazione diventa un po’ più difficile.
Meno male che c’è internet dove si possono trovare aiuti, consigli e
soprattutto commenti di chi ci è già passato, prendendo sempre tutto con le
pinze perché anche nel mondo degli internauti c’è di tutto e di più.
Insomma una bella esperienza che mi sta trasformando in
detective alla ricerca di una casa editrice degna di questo nome alla quale possa interessare il nostro lavoro.
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