La neve è arrivata anche da noi.
Almeno così mi è stato detto da mia mamma mentre mi portava a
letto una tazza di latte caldo.
La testa mi scoppia, la schiena è a pezzi e non ho la forza
per arrivare alla finestra.
Però mi fa sorridere il pensiero delle montagne da poco
lasciate. Quando al mattino mi svegliavo, davanti a me apparivano le
piste da sci illuminate da un sole che
stava conquistando il suo posto nel cielo.
Facevo colazione con due, tre, alcune mattine anche quattro,
fette biscottate con miele e burro, una tazza di latte caldo, il mio
immancabile caffè e poi in fretta a vestirmi per poi mischiarmi con normalità
in mezzo alla gente camminando per strada o entrando nei negozi.
Mi piaceva decidere dove andare e cosa fare.
Da quando sono a casa non riesco più neanche a scegliere cosa
mangiare e cosa no: dipende tutto dal mio stomaco. Fatico ad accettare anche
queste imposizioni dovute alla malattia, mi vanno strette, mi soffocano, mi
fanno stare male. Il destino è già stato prepotente obbligandomi a una vita che
non è la mia, che non ho scelto io.
Mi rendo conto che questo è motivo di discussione con chi mi
sta vicino.
Sono così tanti ormai i “non posso” quando invece vorrei fare che accettare i
“non voglio” degli alti e rinunciare per l'ennesima volta mi pesa oltremisura.
So che è sbagliato e che bisogna saper rispettare anche le
idee degli altri.
Sono sempre stata la prima a dire che nella vita si può
sempre migliorare, so di non essere perfetta, anzi... però ce la metto tutta
per essere ogni giorno migliore, chiedo solo un po’ di tempo e molta pazienza.
Sara
Nessun commento:
Posta un commento