lunedì 3 marzo 2014

La triste storia di Alissa

Alissa sul suo tappetino di casa
Questa è la storia di Alissa, da me presentata 15 giorni fa in facebook con il soprannome di Rooth. Permettetemi per una volta di fare un'eccezione a quella che è la finalità di questo blog e ve la racconto. Oggi 3 marzo Rescue Boxer La fenice, associazione con la quale avremmo dovuto fare l’adozione, è venuta a riprenderla perché ... Il problema è nato dal fatto che Ali è abituata a fare i suoi bisogni sul pavimento o sul selciato  e non nell’erba. Quindi  dopo due notti tragiche nelle quali ha invaso lo studio di escrementi  dall’odore nauseante ballandoci anche dentro, per questioni di igiene avevo deciso di farle trascorrere la notte nei locali sotterranei  e, ingenuamente, ne ho informato l’associazione. Non l’avessi mai fatto. Sabato scorso, giornata di pioggia come diverse in questo periodo, è venuta a sorpresa una volontaria a vedere il luogo dove dormiva Alissa e l’ha catalogato UMIDO E SENZA RISCALDAMENTO, QUINDI INADEGUATO.   Tanto umido e freddo che mio marito vi ha passato una vita ad incidere acqueforti (e quindi stando fermo al banco) senza avere avuto mai problemi di reumatismi né di banali raffreddori.  Fra l’altro, anche in casa il riscaldamento di notte è spento.
Alissa è stata rifiutata da un allevamento perché più piccola della norma e poi presa in carico da La fenice.
Quando l’abbiamo ritirata a Parma, aveva un odore nauseante e la prima cosa che ho fatto è stata quella di fermarmi a comprare una schiuma apposita e solo dopo diverse pulizie, alle quali lei sottostava bravissima, l'odore è diventato accettabile. Inoltre era sottopeso. Le abbiamo fatto fare una visita dal veterinario e l’esame delle feci (queste ultime non erano state fatte da La fenice) e sono stati riscontrati parassiti nell’intestino che abbiamo curato con apposita terapia, con la speranza che oltre all’odore nauseante delle feci  anche la magrezza dipendesse da quello. In effetti mangia molto ma non assimila, quindi il passo successivo sarebbero state altre analisi.
Ho parlato telefonicamente con la psicologa messa a disposizione dall’associazione per trovare dei trucchi per abituare Ali a fare i bisogni sul prato; dopo alcuni consigli telefonici mi ha chiesto la mail per mandarmi altri suggerimenti che però non ho mai ricevuto.
Ora Alissa, che ha vissuto i suoi primi 18 mesi in situazioni impensabili (così mi è stato detto), subirà un altro trauma perché sono convinta che LEI in cuor suo ci aveva già adottati.
Noi abbiamo avuto tre cani e sono stati sempre bene. Quando abbiamo avuto dei cuccioli non ne abbiamo dato uno a un tizio che voleva tagliargli le orecchie e la coda… mi sembra una motivazione più plausibile, oltre tutto l’abbiamo deciso PRIMA di consegnarglielo.
A quanto ho sentito non è il primo caso di associazioni che dicono di dare cani in adozione e si comportano così. Alla fine la morale è che non mi rivolgerò mai più a questo tipo di associazioni ma ad un regolare allevamento. Peccato!

Ciao Ali, buona fortuna.
Patrizia

mercoledì 26 febbraio 2014

In mezzo a tanta neve

Sono passati quattro mesi e mezzo da quando sono arrivata qui a San Candido, in tre dei quali ha sempre nevicato.
C'è talmente tanta di quella neve che sembra non debba mai andare via.
Per rimanere in tema ho fatto un puzzle con un ruscello coperto di neve.
Il paesaggio è mozzafiato, la montagna è bellissima sia d'estate che d'inverno con le sue sfumature e i suoi colori. L'altro giorno ho visto un piccolo cervo nascosto dietro agli alberi e mi sono emozionata.
Le persone sono deliziose. In questi giorni un vicino di casa mi ha liberato la macchina dalla neve, avevo il posto auto delineato dal manto bianco che ormai si era accumulato tutto intorno, troppa per riuscire a toglierla da sola, non mi era possibile aprire il baule.
Le giornate sono bellissime. Quando c'è il sole è uno spettacolo, ne approfitto  sempre per stare all'aria aperta, anche se ormai non vedo l'ora di camminare sui  prati verdi e di andare al mio parco giochi preferito che ora è completamente coperto.
Aspettando l'arrivo della primavera e non solo mi "godo" ancora un po’ di neve visto che sono previste altre nevicate. Voi potete farlo con gli occhi, guardando questa foto.

                                                                      Sara


mercoledì 12 febbraio 2014

Buon San Valentino

Nella vita si possono provano molteplici amori: si amano persone, animali, situazioni, luoghi, sport, lavori.
L'amore è per me il sentimento che manda avanti il mondo.
Quando si ama si vede tutto sotto una luce diversa.
L'amore ti fa fare cose folli, per amore si può andare fino alla luna e ritorno.
Antoine de Saint-Exupéry ha scritto: “E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.”
Io come lui credo che è il tempo che si dedica a ciò che si ama a renderlo così importante e prezioso, perché anche l'amore è un sentimento che va curato e nutrito quotidianamente, altrimenti si corre il rischio che appassisca e muoia come una piccola rosa lasciata sola a crescere in un giardino senza nutrimento e luce.
Il 14 febbraio è dedicato a San Valentino, protettore degli innamorati. Un giorno dedicato all'amore, un giorno da passare con la persona amata o a fare ciò che più si ama.
Buon San Valentino Marco, ti amo!
Buon San Valentino a tutti gli innamorati e a tutti coloro che hanno un amore nel cuore,
che sia una persona, un animale o uno sport.
                       

                                                               Sara

lunedì 3 febbraio 2014

La vita in diretta: ad ognuno la sua cura

La settimana scorsa tramite la trasmissione di Raiuno “La vita in diretta” mi è stata data l'opportunità di condividere la mia storia con i telespettatori di un’emittente nazionale.
Questo è il link per chi ha perso la puntata o voglia condividerla o rivederla
 (http://www.youtube.com/watch?v=7vBZRYpgr3U&feature=youtu.be).
Il messaggio che ho voluto dare è che non bisogna mai farsi prendere dallo sconforto; ho imparato che finché c'è vita c'è speranza e che bisogna sempre cercare di andare avanti godendo al meglio di quello che abbiamo.
È importante però che ognuno trovi la soluzione più adatta alle sue esigenze. Io ho voluto condividere la mia esperienza di San Candido, che per me è sicuramente la “cura” più adeguata,  per Mariella, l’altra giovane donna affetta da M.C.S. intervistata durante la trasmissione, è la terapia disintossicante a cui si sottopone in un ospedale di Londra, per altri potrebbe essere un’isola in mezzo al mare.
Dico questo perché qualcuno mi ha detto di non consigliare troppo la montagna perché c'è anche chi è allergico alle conifere. Io ho parlato e parlo della mia esperienza sperando che possa essere d’aiuto ad altri, ma, ovviamente, come ha anche sottolineato il professor Genovesi durante la trasmissione, ogni malato è un caso a sé. È chiaro un malato di M.C.S. con altre patologie deve trovare un’altra “cura”, ma lo sa già di suo.
Colgo l'occasione per ringraziare Linda Celani, giornalista di Raiuno, per la sua cortesia e professionalità. Per me è stato davvero un piacere fare la sua conoscenza.
E perché sappia di essere sempre nel mio cuoricino, mando un saluto anche al mio grande Amore Marco.

                                         Sara


lunedì 27 gennaio 2014

Domani, 28 gennaio, Sara in tv a La vita in diretta

Dopo la pubblicazione dell'articolo sull'Eco di Bergamo di cui abbiamo scritto nel blog precedente, Sara è stata contattata dalla redazione de "La vita in diretta" e una troupe è andata a San Candido per intervistarla.
La si potrà così conoscere più da vicino seguendo la puntata di domani, martedì 28 gennaio. La trasmissione dura dalle 15,30 alle 18,30, ma probabilmente si parlerà di M.C.S. intorno alle 16.
Patrizia

mercoledì 22 gennaio 2014

Vivevo rinchiusa, ora sono rinata

A San Candido oggi c'è un bellissimo cielo azzurro e il clima è abbastanza mite. Il sole mi riscalda anche il cuore, quando c'è mi dà una marcia in più e mi fa vedere le cose da un altro punto di vista.
Finalmente dopo tre giorni con una fortissima emicrania e malessere generale mi sono ripresa. Il fatto di stare male anche qui mi ha un po’ spaventata, ma d’altra parte so che può succedere, perché sto meglio ma non sono guarita, e questa è stata la prima crisi importante dopo tre mesi di montagna. 
Qui conduco una vita normale, quando parlo di normalità naturalmente parlo da un punto di vita personale, mi rendo conto che la mia normalità si allontana molto da quella delle altre persone, ma a me va benissimo comunque.
Insomma capita di scivolare, ma poi bisogna rialzarsi e andare avanti.
La settimana scorsa l'Eco di Bergamo ha pubblicato un altro articolo di Angelo Monzani su di me e sulla M.C.S. Questo mi ha fatto pensare a quante cose sono cambiate in questo ultimo anno. San Candido è stata la prova che i desideri si avverano, quindi non bisogna mai perdere le speranze ma credere che c'è sempre del bello che ci attende se abbiamo la forza e la costanza d’inseguire i nostri sogni.
Ringrazio L'Eco di Bergamo e il comune di Calusco d'Adda per tutto quello che  fanno e hanno fatto per me.
E voglio anche ringraziare il mio ragazzo, mia mamma e mio fratello che contribuiscono quotidianamente a rendere la mia vita migliore.
            

                                                          Sara

giovedì 9 gennaio 2014

2014, anno decisivo?

Tanto per (ri)cominciare: Buon Anno.
Facendo il punto della situazione, non si può nascondere che la vita di Sara, rispetto al periodo in cui avevamo aperto questo blog, è notevolmente migliorata.  Ha infatti concluso il 2013 nell’appartamentino preso in affitto a San Candido, dove ha iniziato una nuova vita raggiungendo così il suo obiettivo primario. In quel paese, con l’aria pulita di montagna, la sua salute trova giovamento e, sempre con le consuete precauzioni,  può uscire di casa, stare in mezzo alla gente e inserire nella sua dieta qualche nuovo alimento.
Ha preso confidenza con la neve e soprattutto con il freddo al quale non era abituata e con uno stile di vita diverso. Come sempre succede, nei cambiamenti si trovano aspetti positivi e negativi, ma i primi nel suo caso sono decisamente più importanti. E se tutto questo è potuto accadere, lo si deve anche a chi non si è voltato dall’altra parte. Grazie! 
Invece di tessere la tela come Penelope in attesa di Ulisse, in questo inizio d’anno Sara, aspettando che anche Marco si trasferisca, “tesse” la trama del libro a pieno ritmo. 
In effetti ultimamente l’abbiamo abbastanza trascurato 
- comprensibile del resto godersi quel senso di libertà che le ha dato la nuova vita - ma non abbiamo certo abbandonato l’idea di scrivere la sua storia per diffondere la conoscenza della Sensibilità Chimica Multipla e per mandare un messaggio di speranza a tutti con l’invito a non arrendersi mai. Il 2014 sarà l’anno decisivo? Lo speriamo vivamente.


Patrizia