Mio fratello è venuto a trovarmi e si è fermato a San Candido
con me qualche giorno. Sono stata contenta
di aver trascorso qualche ora con lui ma,
quando è rientrato a casa, ho sentito subito la sua mancanza. È difficile
lasciare andare le persone che si amano. Cominciare nuove situazione e
chiuderne altre.
In questo periodo in particolare, mi faccio tante domande: e
se non avessi avuto questa patologia? se
non avessi conosciuto Marco? se non
fossi obbligata a trasferirmi?...
Dicono che con i “se” non si vada da nessuna parte, eppure non
posso fare a meno di pensare, di chiedermi come sarebbe stata diversa la mia
vita se non mi fossi ammalata. Dove sarei ora? Con chi?
L'altro giorno, mentre camminavo per il centro, mi sono
incantata a guardare attraverso una vetrina una giovane parrucchiera che
lavorava: ho invidiato ogni suo gesto, mentre tagliava, mentre fonava.
Per quando sia improbabile, ho immaginato un domani di poter
riprendere in mano le mie adorate forbici e tornare a creare, a fare il lavoro
che amo.
Non ho certo la sfera magica, così per ora mi accontento di provare a
recuperare una vita per quanto sia possibile normale, poi si vedrà che cosa ha
in serbo ancora per me il destino e con chi affronterò questo “spero”
meraviglioso futuro che ancora mi attende.
Sara
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